La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca
Una storia vera, appassionante come un romanzo di avventure: l'incredibile vicenda del commerciante padovano Giorgio Perlasca (oggi ottantaduenne) che, nell'inverno 1944, a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio migliaia di ebrei, spacciandosi per il console spagnolo. Era un fascista entusiasta e aveva combattuto in Spagna come volontario per Franco. L'8 settembre 1943 lo trovò lontano da casa, ricercato dalle SS. Avrebbe potuto mettersi in salvo, deciso a rischiare la vita. Dal suo "Diario", che costituisce uno dei capitoli del libro, emerge l'azione straordinaria di un uomo solo, aiutato da uno sparuto gruppo di persone, che sforna documenti falsi, organizza e difende otto 'case rifugio', trova cibo, insieme a Raul Wallemberg strappa ragazzi dai 'treni della morte' di Adolf Eichmann, inganna nazisti tedeschi e ungheresi. Un'organizzazione geniale e un magnifico impostore. Poi, il ritono a casa e un silenzio durato quasi mezzo secolo, fino alla sua scoperta, merito di un gruppo di donne, ebree ungheresi, ragazzine all'epoca della guerra, che gli devono la vita. Dopo la pubblicazione di questo libro (novembre 1991), Perlasca è stato nominato Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e gli sono stati concessi i privilegi della 'Legge Bacchelli'.Questo libro ha ottenuto, nel marzo 1992, il Premio Jarach dell'Università Ebraica di Gerusalemme.
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