Orienti. Viaggiatori scrittori dell'Ottocento
Nell'Ottocento l'immenso e scricchiolante Impero Ottomano, ancora esteso dall'Adriatico all'Eufrate e dal Danubio all'inesplorato Sudan, si trasformò da spauracchio d'Europa in una sorta di multiforme Disneyland levantina che esercitava una fascinazione Grand Tour in Italia come degno coronamento dell'educazione di un gentiluomo. Francesi, inglesi, tedeschi, italiani, vi convennero in cerca delle lussurie di una dolce torbida decadenza, dei resti della classicità sparsi tra i minareti, dei luoghi santi del cristianesimo governati da ospitali pascià, dei dubbi incanti dei deserti e delle favoleggiate odalische. Alcuni audaci si spinsero in cerca di emozioni più forti fra i monti d'Armenia e di Circassia, scesero le rapide dell'Eufrate, entrarono travestiti alla Mecca, attraversarono le infinite sabbie d'Arabia, scoprirono le rovine di Babilonia.Rivivono in questo libro i miti, le illusini, i miraggi, i misteri e i piaceri di quegli Orienti favolosi usciti dalle pagine delle "Mille e Una Notte".
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