Racconti
Il volume raccoglie i racconti di Friedrich Durrenmatt scritti fra il 1942 e il 1985. Esemplare per la sua narrativa è "La panne", del 1956, dove la vicenda assume i toni cangianti del leggero, del comico, dell'angosciante, del tragico e coinvolge il lettore nello stesso modo in cui cattura il protagonista. Il tema dominante è il conflitto dell'individuo con un mondo mostruoso, come dice Durrenmatt, il quale tuttavia spazia anche in orizzonti più vasti. I primi esili schizzi preannunciano la qualità del suo lavoro futuro che si precisa in una serie di situazioni concrete dallo scacco esistenziale e, qualche caso, come in "Guerra invernale nel Tibet", si dilata dalla sfera della attualità a una avveniristica condizione umana. A Durrenmatt piace esplorare anche le zone del mito in "Il ritratto di Sisifo", "La morte della Pizia" o "Il Minotauro", dove la sorte del ferino figlio di Pasife si mltiplica a dismisura, sullo sfondo di un labirinto che, mentre sembra offrire mille possibilità di salvezza, della sua parete di vetro riproduce all'infinito l'illusorietà di ogni tentativo di fuga. Su un altro versante, in "La caduta", Durrenmatt costruisce la parabola che dall'alternanza politica porta alle degenerazioni più feroci nella lotta per il potere. Le aporie della civiltà sono messe in risalto, con un divertito anacronismo, in "Notizie sullo stato dell'informazione nell'età della pietra". Ma sarebbe limitativo circoscrivere il mondo di Durrenmatt a parametri ideologici o a schemi filosofici rigidi; il suo sguardo coglie incubi o dissonanze della vita con un forte senso dello humour e del grottesco, che redime le sue pagine da ogni intenzione moralistica, per abbandonarsi al libero gioco dell'invenzione e della fantasia. Senza mai rinunciare alle sue responsabilità di scrittore: "Il solo modo per superare il conflitto è viverlo. L'arte, la letteratura, sono, come qualunque altra cosa, un confronto col mondo. Una volta afferrato questo, ne potremo intravedere anche [...]