Il castello di Ipanema
Nella Rio de Janeiro del XX secolo, le gesta di una ricca famiglia s'intrecciano con lo sviluppo di una delle zone più affascinanti e seducenti del mondo: Ipanema. Feste leggendarie, passioni, trame di potere, nella migliore tradizione lationoamericana. «Martha Batalha scrive con leggerezza e ironia. Nella miglior tradizione del realismo magico sudamericano» – Il Venerdì «A Ipanema c'era un castello. O almeno così dicono» Rio de Janeiro, 1904. Johan Edward Jansson sbarca in Brasile in qualità di nuovo console svedese. Lui e la moglie Brigitta scelgono come domicilio una piccola stazione balneare lontana dal centro, che si affaccia sull'oceano con una lunga spiaggia bianca e immacolata. Johan decide di far costruire un castello per la sua famiglia e così ha inizio il mito di quella che diventerà una delle destinazione turistiche più apprezzate al mondo, sinonimo di bellezza, esotismo ed eccessi: Ipanema. Poco più di sessant'anni dopo, tutto è cambiato a Rio: le feste, la moda, la fortuna della famiglia Jansson e la mentalità delle nuove generazioni. Mescolando figure storiche e personaggi fittizi, da Brigitta, perseguitata da "voci" nella testa, a Laura Alvim, una giovane ricca e viziata che sogna di fare l'attrice, al padre Álvaro, un medico rimasto vittima dei suoi stessi esperimenti, Martha Batalha intesse un romanzo che parla di pentimenti, memoria e resilienza e di come le scelte sbagliate di pochi possono colpire le vite di molti.
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