Moshi moshi
Dopo aver perso suo padre in quello che ha tutta l'aria di essere un doppio suicidio d'amore, Yoshie si trasferisce dalla sua casa di Meguro in un minuscolo e vecchio appartamento a Shimokitazawa, un quartiere di Tokyo famoso per le sue stradine chiuse al traffico, i ristoranti, i negozietti, nonché meta della scena alternativa della capitale. Qui Yoshie spera, aiutata dall'atmosfera vivace del quartiere, di superare il dolore e dare una nuova direzione alla sua vita. Un giorno, però, sua madre si presenta a casa all'improvviso con una borsa Birkin di Hermès e qualche sacchetto. Inizia, così, una bizzarra convivenza, che accompagna le due donne lungo il percorso di elaborazione del lutto che le ha colpite, le pone di fronte a verità inaspettate, le aiuta a scorgere fiochi lumi di speranza in mezzo al buio di una quotidianità ferita. Come in "Kitchen", ne "Il sogno di Yoshie" spettano posizioni di primo piano alla città di Tokyo e al cibo. Il quartiere di Shimokitazawa, luogo dove il tempo fluisce in maniera diversa rispetto al resto della metropoli, abitato da un microcosmo di personaggi secondari che vanno a formare la famiglia allargata delle protagoniste, diventa una vera "casa", un luogo a cui far ritorno per lenire le ferite, mentre la cucina, la gastronomia, è il vero catalizzatore delle vicende, dei sentimenti e dei desideri, il punto di incontro dei personaggi, quasi il cibo fosse una ricetta per la felicità.
Momentaneamente non ordinabile