Kaddish per il bambino non nato
"No!" È così che il narratore, uno scrittore ebreo ungherese di mezz'età , risponde al dottor Oblath che gli chiede se ha un figlio. È la stessa risposta data alla moglie (ora ex moglie) quando, anni prima, aveva espresso un desiderio di maternità . La perdita, l'anelito, il rimpianto che tormenta gli anni tra i due "no" dà luogo a una delle meditazioni più eloquenti mai scritte sulla Shoah. Mentre il narratore si rivolge al bambino che non si è sentito di mettere al mondo, introduce il lettore nei labirinti della sua coscienza, drammatizzando i paradossi che accompagnano la sopravvivenza alla catastrofe di Auschwitz. "Kaddish per il bambino non nato" è un'opera di una forza eccezionale che condensa l'esistenza di un uomo nella storia narrata in una notte.