Furia del mondo (La)
Fine del Settecento, nel piccolo principato tedesco di Hohenlohe, ai confini dell'allora ducato di Wurttemberg. Il piccolo Abel nasce in una famiglia contadina; gracile, inadatto al lavoro dei campi, possiede però una sensibilità e un'intelligenza non comuni. Se ne accorge Rupprecht Radebach, pastore luterano giunto al villaggio di Abel da Roma dove, dopo una storia d'amore e conversione che è un romanzo nel romanzo, si è lasciato alle spalle una brillante carriera nella gerarchia cattolica. Radebach chiede ai genitori di Abel di potergli impartire lezioni al di fuori della scuola. Il piccolo studio del parroco, nonostante il suo isolamento materiale, diventa man mano un incredibile osservatorio di quella che Abel, sorta di piccolo Leopardi ai primi tentativi poetici, chiama "la furia del mondo". Radebach che viene, inquieto e ribelle, dal mondo, Abel che al mondo si apre, vivono insieme un'avventura umana e intellettuale che a quella "furia" rapinosa non può sfuggire. Cesare De Marchi ha scritto con questo romanzo la grande opera della sua maturità di scrittore. Forte di una ricostruzione documentaria affascinante e di personaggi memorabili, "La furia del mondo" è insieme un'accorata riflessione sulle "epidemie di ferocia" che attraversano la storia europea e il racconto di una vicenda che commuove, cattura, interroga.
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