L'imitatore di corvi
1911, Germania, Niederdorf, un piccolo villaggio di confine nel Giura Francone. L'aria sa di pascoli, foreste, nebbie, foglie fradice, attività contadine. Fritz Zemanek nasce in una famiglia di origine boema, pochi giorni prima di sua zia Lotte, partorita dalla nonna eccezionalmente tardi. La coincidenza segna la vita di entrambi tanto da farne una coppia di complici nei giochi dell'infanzia e di fidanzati in età adulta. Sono entrambi belli: lui femminilmente fragile e sognatore; lei, futura valchiria, biondissima, capace di affrontare i lazzi dei coetanei più aggressivi. Fritz Zemanek ha un talento molto speciale: sa riprodurre il verso degli uccelli, soprattutto dei corvi nei quali forse si identifica: enigmatici, puri, in grado di volare più in alto delle altre specie. Mentre le Milizie di Re Silvano (movimento destinato a confluire nella Gioventù hitleriana) seminano minacce, Fritz decide di aggregarsi al circo itinerante di Mamma Kola (grande appassionata di canto gregoriano e 'protettrice' di tutti gli artisti del circo), del professor Laerte Chisio e della bellissima nana Karin. Quando la lealtà nei confronti di Lotte può venir meno, Fritz cede al desiderio e fa di Karin la sua nuova fiamma. Con l'avvento del nazismo al potere, Fritz (ha perso il suo talento? è diventato una spia? fa parte dei ribelli?) sembra scomparire. Lo ritroviamo prima nelle cartelle cliniche di Paul Groelich, poi ospite di una istituzione totale nel secondo dopoguerra. A dirci che la sua storia è continuata fra le macerie del mondo e continuerà ancora a lungo. Esordio di grande valore letterario, "L'imitatore di corvi" fonde elementi di diversa provenienza (primo fra tutti l'Oskar del "Tamburo di latta", al quale Fontana rende esplicito omaggio nel corso della narrazione) per costruire una storia bizzarra, generosa di invenzioni, di sensualità, di sensibilità storica. Dalla libertà alla cattività, dalla cattività a una nuova libertà, Zemanek imitatore di corvi è staffetta della fantasia contro le cinghie strette del potere. È personaggio mitico, figura-simbolo della storia tedesca certo ma anche di una Europa che attende di 'cantare' la sua canzone, di inseguire l'emigrare dei suoi uccelli in volo.
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