Ombra del cerro (L')
Sono i giorni decisivi che seguono l'8 settembre '43. L'Italia è un paese allo sbando. Si combatte per mettere fine a un conflitto. E si combatte casa per casa, paese per paese, lungo l'accidentato percorso della Linea Gotica. Come in un poema cavalleresco, i destini di molti si incrociano. Solidea e Rinaldo, innamorati e separati dall'ingiuria della guerra. Ortensia e Sergej, lui soldato russo guadagnato alla Resistenza, lei apparentemente fragile ma passata senza esitare alla vita dura della clandestinità. Zoraide e il Passatore, lui capo partigiano, lei sua fiera compagna. E ancora: padre Fosco, don Alvaro, il conte Gabiccini, il tenente Scharf, l'ingegner Witt, lo spione Guidubaldo Satanassi, l'ebreo Olinto Dabbeni, Esperia. I buoni e i cattivi. La pianura e la montagna. La notte degli agguati, dell'amore, e il giorno delle rappresaglie, delle fucilazioni, delle feste, delle processioni. Su una scena apparentemente circoscritta, l'Appennino tosco-romagnolo, le storie si moltiplicano, ramificano, si perdono e si ricongiungono: storie di sacrifici e di ideali, di coraggio e di tradimenti, storie dove di volta in volta spiccano il sangue (che macchia - anche simbolicamente - il verde dei campi), la pietà dei vinti e la rabbia che nutre il sogno di un nuovo paese libero. "L'ombra del cerro" è contemporaneamente favola e romanzo storico, documentatissima memoria resistenziale e leggenda orale, racconto di amori e di imprese guerresche, ma è soprattutto un racconto di speranza dove, non a caso, sono le donne a muoversi armate, a forzare il proprio destino, a giocare la carta della speranza, a voler fare i conti con la Storia e a cambiarne il corso.
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