Tutti contenti
Nino Motta, tipografo, abbandona Milano e la famiglia e torna a Messina per 'indagare' sulla sua infanzia alla Casa del Fanciullo, rimasta intrappolata dentro una memoria 'a macchie', incerta, graffiata da un misterioso trauma. Sotto le mentite spoglie di un giornalista, non ha difficoltà a trasformare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni di collegio in generosi narratori. E così molte testimonianze si affollano intorno alle due immagini che hanno accompagnato tutta la sua vita: il cappello del padre appeso nell'ingresso di casa e la figurina della madre Marietta che sale verso il collegio nel suo cappotto troppo stretto. I racconti accumulano e incrociano ombre, sprazzi di luce, storie di ruvide adolescenze, sentori di complicità fanciullesche, emozioni rimaste impigliate nel giro di giorni che nessuno ha dimenticato ed evocano una Sicilia che emerge immensa come un continente dell'anima, una patria difficile, accecata dalla violenza e dalla bellezza e finalmente ritrovata. Un nome ricorre fra gli altri: Santino Rocco, legato a un episodio di sangue che il vitalissimo e oscuro factotum della Casa del Fanciullo, padre Frasca, è riuscito a far passare per fatale incidente. Quanto si può tollerare il peso di un 'delitto' che non ha lasciato tracce nella memoria? E quanto spazio possono occupare l'ingombrante e multiforme fantasma del padre (giornalaio? pittore? agente di cambio? ricco mafioso confinato in America?) e lo straziante ricordo della madre? L'indagine prende tuttavia una diversa piega quando entra in campo Simona, una ragazza ingenuamente seduttiva, intelligente, che smaschera il falso giornalista e lo accompagna nella sua ricerca fin dove la verità può essere detta, fino a dove, insieme a lei, si svincola dalle voci del passato una nuova opportunità, confusa dalla disabitudine alla felicità. Per un grande riscatto esistenziale ed emotivo.
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