Fuga a Sorrento. Tre storie
Tre romanzi brevi, tre storie, tre peregrinazioni: al centro tre personaggi, veri o fittizi, richiamati in vita da un passato illustre. Un mercante trecentesco trascura le carovane per inseguire la chimera della poesia. Riesce a farsi ricevere da Dante a Ravenna, prende quasi abusivamente parte alla scalata del Mont Ventoux con Petrarca, ritrova Boccaccio a Firenze dopo la peste e salva il "Decameron", quindi scrive di suo un poema in terza rima... Alla vigilia dell'alluvione del 1966, un "filologo di second'ordine" segue le sue tracce nell'archivio della Biblioteca Nazionale di Firenze. Un grande poeta italiano - il cui nome compare solo nell'ultima riga del racconto - attraversa in fuga l'Italia cinquecentesca; tormentato da incubi e ossessioni, varca a piedi l'Appennino e si mette infine per mare verso Sorrento, travestito da pastore, in un impossibile viaggio a ritroso nel tempo e negli affetti. Il professor Hegel di Berlino è al culmine della sua carriera. "Accigliato per la forza interna dei pensieri", insofferente con i due assistenti che lo accompagnano, fa una lunga escursione sulle Alpi bernesi. Sempre incapace d'arguzia, perde la pazienza di fronte a un ritratto del detestato Washington e ricorda senza palpito di pietà la pazzia di un amico di gioventù, Friedrich Holderlin. Cesare De Marchi dà forma a un emozionante gioco letterario in cui il vero flirta con il verosimile e il grottesco, la citazione con l'invenzione, la profondità dell'emozione con il disincanto. Una lingua sensibile, che svaria dall'ironia alla comicità, dalla malinconia allo scatto drammatico e insegue, nell'arazzo del racconto, la follia dei poeti, la gravità del genio, la vanità dell'illusione.
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