Il grande orfano
Faustin, di madre tutsi e padre hutu, 15 anni, è in prigione, in attesa di un verdetto definitivo che con ogni probabilità sarà la pena capitale. Racconta la propria storia, necessariamente legata alla grande Storia, iniziata nel 1994 con l'abbattimento dell'aereo presidenziale ruandese. Questo episodio, che appare come uno dei tanti, inspiegabili, flagelli che periodicamente sconquassano il paese, dà il via al bagno di sangue nel quale Faustin è da subito coinvolto. Monénembo con questo romanzo tenta di dire l'indicibile, raccontare il genocidio, descrivere la sua logica sconcertante e le sue tragiche conseguenze. E fa tutto questo senza rinunciare a essere scrittore: non cerca responsabilità, si limita a testimoniare l'inumanità dell'uomo.
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