Il lapis del falegname

Il lapis del falegname

Immerso nella sordida atmosfera di un bordello della Galizia spagnola, il vecchio Herbal si trova tra le mani un lapis rosso che gli fa venire in mente i suoi trascorsi in carcere durante la guerra civile e le terribili iniquità di cui è stato complice e insieme testimone. Il lapis apparteneva a un detenuto, un pittore che se ne serviva per disegnare i volti dei suoi compagni come se fossero gli angeli e i profeti raffigurati nella cattedrale di Santiago di Compostela. Dalla galleria dei ricordi drammaticamente evocati emerge la figura luminosa del dottor Da Barca, uomo di raro talento e di grande umanità, fiero avversario politico del regime franchista. Herbal lo temeva perché era un pericoloso avversario, ma allo stesso tempo lo ammirava molto e intuiva il suo valore. L'aveva fatto arrestare per invidia del suo carisma e della sua bellissima compagna, ma in carcere non potrà che nutrire per lui lo stesso sentimento ambivalente di ostilità e di rispetto. La memoria di Herbal ricompone immagini di crudeltà, torture tradimenti, esecuzioni sommarie, un grumo di passioni umane e disumane e una struggente storia d'amore. Ma nel ricordo del vecchio carceriere riemerge la più profonda paura del sovvertimento e l'ancestrale angoscia del nuovo che serpeggia nell'anima e nella storia.
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