Malattia di Sachs (La)
Il dottor Bruno Sachs si è stabilito in uno sperduto paesino della Francia profonda. Nel suo studio un po' spartano, seduti di fronte a quell'uomo con il camice vagamente logoro, i capelli troppo lunghi, sfilano i pazienti, sgranando le storie dei loro piccoli e grandi mali, le loro angosce, gli abissi di sofferenza il più delle volte non solo fisica. Bruno Sachs ascolta con infinita calma, smisurata pazienza, in silenzio.Ascolta e poi visita, minuzioso: lunghe visite accurate in cui affonda le mani nel cuore cupo del dolore, per uscirne ogni volta più stremato e più umano. Pagina dopo pagina, leggiamo i resoconti che i pazienti stessi fanno delle visite, in studio e a domicilio, dei colloqui, delle telefonate, degli incontri con il giovane medico che pian piano conquista la fiducia di una vasta clientela. Tutte le loro voci concorrono a delineare la figura di un uomo solo, come avvolto da una segreta tristezza, che trascorre le serate nella piccola casa da scapolo malinconico a scrivere, riempiendo di misteriosi testi quaderni su quaderni. E' la voce del dottore, finalmente, ed è una voce infinitamente arrabbiata contro la medicina, contro il modo tradizionale di esercitarla, considerata come un potere del medico contro il paziente. Con una scrittura impeccabilmente controllata, senza compiacimenti stilistici si anima sulla pagina un mondo che Bruno Sachs attraversa con le spalle curve sotto il peso di una straordinaria 'pietas', facendosi silenziosamente, umilmente carico di tutta la sofferenza che tenta di alleviare.Un grande romanzo, di rara intensità emotiva e di impeccabile fattura letteraria, in cui il ritratto di un medico assume, nel suo farsi, tale intensità drammatica da catturare il lettore come in un giallo.
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