La resistenza del nuotatore
Single e impiegato in una società internazionale di carte di credito, Matteo Fineschi è un assiduo frequentatore di piscine: l'abbandono all'acqua e la sua vigorosa bracciata di nuotatore sembrano proteggerlo dall'insulto delle emozioni a cui, in realtà, costantemente si espone. Fatica a sciogliere il nodo ambiguo che lo lega alla sorella Alessandra, si lascia coinvolgere da lutti e piccole miserie familiari, si invaghisce di Lunaria, una donna sensuale e imprevedibile, e intravede un improbabile sollievo al suo malessere seguendo le direttive di un maestro zen. Matteo cerca, insomma, di "cavarsela", come un nevrotico tragicomico "eroe del nostro tempo". Ecco che però si ritrova improvvisamente a contemplare la propria esistenza da un punto di vista insolito: quello del declino fisico e psichico del padre, un luminare della medicina ora disperatamente "a riposo", sprofondato in una ruvida depressione che lo rende capriccioso, umorale, cattivo. Di fronte al padre e al suo degrado, Matteo reagisce con una rabbia macerante che si mischia a gesti di pietà filiale, ricatti affettivi, scatti d'ira, terremoti della memoria (il padre sanguigno e autorevole di un tempo contrapposto alla ossuta marionetta di adesso). Il confronto con il padre diventa sempre più serrato, sempre più carnale e profondo, quasi una sorta di apnea destinata a sciogliersi in un respiro maturo e disteso. Romanzo sulla inevitabile metamorfosi dei figli in padri e viceversa, "La resistenza del nuotatore" batte il ritmo serrato della commedia, di una commedia, però, tutta graffiata dall'artiglio tragico del suo tema di fondo: lo scambio generoso fra morte e vita, fra decadenza e rinascita.
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