Morte di Virgilio (La)
"Se dobbiamo credere a testimonianze dei conoscenti e ad informazioni di seconda mano, Broch condusse a termine il suo romanzo, iniziato nella prigionia, soltanto per debito di gratitudine verso i generosi ammiratori ed amici trovati in America. Per debito di gratitudine e soprattutto per uno spontaneo moto di umanità - per ottenere da Augusto la liberazione dei propri schiavi - Virgilio rinunzia a distruggere il poema, sebbene lo consideri opera finita, e ne consegna il manoscritto all'imperatore; Broch distrusse invece il suo romanzo, lo distrusse però non gettandolo nel fuoco, ma conducendolo a termine. Il senso del romanzo è infatti la dimostrazione della necessità di distruggere il romanzo vero e proprio, quel romanzo che è necessariamente narrazione realistica, onde attuare il 'romanzo' della conquista di una superiore realtà terrena, quell'inno religioso ed insieme cosmico con cui l'anima rappresenta e crea ad un tempo, crea e ad un tempo distrugge, la realtà esteriore" (dalla 'Prefazione' di Ladislao Mittner).
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