A quel tempo

A quel tempo

Questo libro di ricordi d'infanzia e adolescenza (soprattutto la prima) è fra le ultime opere di Tagore. Fu composto infatti nel 1940, quando Tagore aveva oltre settantanove anni, nella cittadina di Kalimpong, nei pressi di Darjeeling, da cui partivano le carovane per il Tibet. Era il rifugio scelto - come sa ogni lettore di Kipling - per sottrarsi all'ardore estivo, e da quelle alture, assaporando la frescura dei monti e osservando la piana del Bengala, egli poteva vedere l'immagine riflessa della propria vita: una distesa quieta e immensa, accidentata a tratti da asperità. Tagore donava i suoi ricordi alla cerchia affettuosa degli amici che fedelmente li annotavano e trascrivevano. Nato come racconto orale, il libro ne conserva l'affabilità e la freschezza.Tagore non evoca 'fatti' ma sogni, incanti e illuminazioni inscritti in un'atmosfera senza data: l'anima del fanciullo eterno, uguale ad ogni latitudine, sfoga il proprio isolamento in evasioni mentali o, quando gli è concesso, negli esotici aspetti della terra natale ove vivono tigri e coccodrilli, banditi e attori girovaghi, dame in sari e eredi di nababbi, e dove la scoperta del mondo ha i colori netti della fiaba.
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