La domenica della vita
Valentin Bru, soldato di seconda classe, reduce dal Madagascar, bravo ragazzo che non ha nemmeno il vizio del bere, scarse prospettive per il futuro e modeste aspirazioni, passa tutti i giorni per rue Gambetta, a Bordeaux, senza accorgersi che dietro le pile di nastri e bottoni della vetrina di una merceria qualcuno lo spia con interesse, e anzi ha già deciso di sposarlo. E' Julia Julie Ségovie, una signorina "né in tutto giovane né in tutto signorina", e che tuttavia crede di sapere quello che vuole.Cominciano così le avventure della strana coppia che Raymond Queneau ha scelto per arricchire il suo album personale di ritratti piccolo-borghesi, nella Francia tra le due guerre (e del Fronte Popolare, per essere più precisi). Sembra quasi che questo intellettuale dal sapere enciclopedico, maestro di retorica e matematica, sia sempre vissuto insieme a Julia e a Valentin, spiandone gusti e abitudini, inclinazioni e manie, modi di dire e tic linguistici; che abbia frequentato i loro tinelli, letto i loro giornali, intrappreso gli stessi piccoli commerci, le stesse prevedibili furberie. "Siccome i personaggi di questo romanzo sono reali, - ammonisce sornione l'autore, - ogni rassomiglianza con figure immaginarie verrebbe ad essere fortuita".Anche Julia e Valentin sono dunque i campioni di quelle esistenze ridicole e farsesche che popolano l'immaginario romanzesco di Queneau e fanno il divertimento dei suoi lettori. Spettacolo nello spettacolo è la lingua quotidiana che parlano questi personaggi candidi e caparbi di una commedia tutta affidata ai dialoghi: l'autore la trascrive con sapida allegria e non dissimula golosità, e Giuseppe Guglielmi la ricrea in italiano gareggiando in bravura con l'originale.
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