Segni e stili del moderno
"Se fosse fatto e finito, una volta fatto, allora sarebbe bene / Che fosse subito fatto... Se solo questo colpo / Fosse l'essere-tutto, e il tutto-concludere..." Parole che ci giungono dalla fosca Scozia feudale del Machbet, ma che illuminano sentimenti del tutto moderni: lo spaesamento di fronte all'illusionistico sovrapporsi dei piani temporali; il timore che ogni azione resti fatalmente insicura e incompleta: la sensazione che la vita stessa si stia trasformando in un racconto, in una storia - e magari in una storia "Raccontata da un pazzo, piena di chiasso e di furia, / Che non significa nulla".Temporalità e significato: la letteratura europea si interroga da secoli su questo rapporto, e si è forse costituita come letteratura moderna proprio nell'assegnare all'intreccio del tempo e del senso tale problematica centralità. Nei saggi qui raccolti, Franco Moretti ripercorre lo sviluppo delle retoriche narrative moderne dalla loro genesi, nella tragedia elisabettiana e giacomiana, fino al loro estinguersi nel "mito" della Terra desolata e nell'"indecisione" delle poetiche moderniste. Al centro dell'analisi, la grande diversificazione narrativa ottocentesca, allorché tutti i principali fenomeni sociali si cristallizzarono in altrettanti racconti: la polarizzazione delle classi nella letteratura del terrore, il moto perpetuo della metropoli borghese nella narrazione multipolare e aperta della Comedié Humaine, il conflitto tra individualità e socializzazione nella letteratura commovente per ragazzi, il radicalizzarsi delle ideologie politiche nella tragedia moderna.Ne emerge il quadro di una civiltà che si scruta e si rappresenta attarverso il racconto; che, volta a volta, placa le proprie paure e alimenta i propri desideri costruendo delle storie. La sociologia delle forme narrative che anima queste ricerche si propone dunque come parte integrante di una più vasta, e forse interminabile, storia della mentalità occidentale moderna: il saggio teorico iniziale, [...]
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