La grana della voce. Interviste 1962-1980
"La grana della voce" raccoglie le interviste che via via Barthes aveva concesso sul suo lavoro, i suoi libri, le sue ricerche e convinzioni. Conta in queste pagine, come il titolo dice, la grana cioè il tono, l'affabilità o la ritrosia di chi parla. Siamo su un altro versante da quello del Barthes saggista, in cui la pagina, la scrittura hanno una logica e un comportamento diverso dall'intenzione di dire in presa diretta (e con altra estensione) temi, argomenti, ragioni. "Mi assumo di più come soggetto", dice Barthes ad un certo punto: anziché un discorso, uno sviluppo saggistico, qui viene in primo piano un essere ed una ragione di essere. E' anche un modo di assegnare un ruolo diverso all'ascoltatore, al lettore, all'interlocutore, che non è quello di chi partecipa ad una più o meno oggettiva verità comune, ma di chi è a contatto con una persona e con un mondo: il critico, il semiologo, il letterato non sono figure, ma ruoli e persone. "La grana della voce" ha così un doppio spazio di lettura: aiuta a fermare punti e momenti del lavoro di Barthes, chiarendo e puntualizzando alla luce di un'esperienza che è dello stesso Barthes, dei suoi umori e delle sue intenzioni. Ma è anche una affascinante esplorazione di quell'esigenza autobiografica che rappresenta la crescita più interessante, più problematica del Barthes degli ultimi anni e degli ultimi libri.