Tetto murato
La guerra e l'inverno isolano in uno sperduto gruppo di case due coppie di amici. Da una parte Ada, giovane insegnante, natura instintiva e luminosa, con il marito Paolo, intellettuale malato, logorato dalle fatiche della lotta partigiana; dall'altra una giovane donna, Giulia, che finisce per sentirsi maternamente attratta dalla debolezza di Paolo, e il marito di Giulia, Stefano, uomo forte e risoluto, a sua volta colpito dalla vitalità di Ada.Questo gioco di attrazioni rimane tuttavia sul piano di affinità elettive appena intraviste, come osservava Eugenio Montale recensendo nel 1971 questo romanzo che resta tra i libri più intensi e suggestivi di Lalla Romano. Scriveva Montale: "L'argomento di Tetto Murato sembra essere la particolare situazione umana di questi quattro reclusi, fomentatrice di una solidarietà, di un sentimento di simpatia che ha il valore di una scoperta eccezionale e del tutto irripetibile. Non è una cronaca di guerra, questa; né può dirsi che la Romano indulga a un'accademia resistenziale. Tutti coloro che hanno conosciuto l'angoscia di certe ore o stagioni che parevano rovesciare o sospendere ogni norma della nostra vita consueta sanno che da simili esperienze si esce (quando si possa uscirne) consapevoli di qualche verità fino a quel tempo insospettata. Nel caso di Tetto Murato questa verità è, se si vuole, l'amore; non però l'amore terreno, di esseri in carne e ossa, bensì l'amore intellettuale della vita, delle sue contraddizioni e ambiguità, e della sua inesplicabile dignità. Un quasi sacrale amor vitae è il dono di Ada: il dono che i quattro personaggi del libro porteranno con sè quando il pericolo sarà scomparso e le due coppie si divideranno per sempre. Quel misterioso intervallo aveva rivelato possibilità di destino che poi il ritorno alla regola quotidiana distrugge e rende quasi assurde...Non dunque un idillio sullo sfondo di una tragedia, ma un argomento che potrà sempre tentare un poeta quando sia espresso, come qui accade, [...]
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