Marx e gli economisti classici

E' noto come i recenti sviluppi della teoria economica abbiano minato la fiducia nella spiegazione dominante della distribuzione e del valore, fondata sulla "domanda e offerta" di fattori produttivi. Uno dei filoni centrali della corrente impegnata a ricostruire la teoria su basi diverse riprende l'impostazione propria degli economisti che Marx chiamò "classici", e dei quali si vide continuatore: gli scritti qui pubblicati si connettono a questo filone. Nel primo saggio, Valore e distribuzione in Marx e negli economisti classici, vengono ripresi alcuni elementi del precedente lavoro di Garegnani, Il capitale nelle teorie della distribuzione, tenendo conto del libro di Sraffa Produzione di merci a mezzo di merci e delle discussioni successive. Vi vengono chiarite le premesse che caratterizzano l'impostazione degli economisti "classici". Viene poi precisato il ruolo della teoria del valore-lavoro entro tale impostazione: Garegnani mostra qui come la più generale soluzione del problema del valore proposta nelle recenti riprese vi svolga lo stesso ruolo e, di più, discenda direttamente dalla teoria del valore-lavoro nella formulazione datane da Marx. Ciò dovrebbe contribuire a dissipare il malinteso per cui la ripresa dell'impostazione "classica" viene a volte vista come la proposta di un'impostazione "neo-ricardiana", lontana da Marx come dalle teorie "marginali". Il secondo saggio, La teoria del valore: Marx e la tradizione marxista, completa il primo, esaminando criticamente alcune intepretazioni della teoria del valore-lavoro in Marx, radicate in una parte della tradizione marxista. Garegnani dimostra che esse risentono dell'offuscamento dell'impostazione "classica", iniziatosi dopo la morte di Ricardo, che ha reso a lungo pressoché incomprensibili i contenuti di stretta analisi economica di alcuni concetti centrali di Marx, quali la contrapposizione tra "connessione intima" e "connessione apparente" delle relazioni economiche borghesi, o la distinzione tra [...]