Memorie e giornali di viaggio. 3: Memorie di un turista
Deluso dal soggiorno a Civitavecchia, rientrando a Parigi nel 1836 Stendhal accolse volentieri l'invito dell'editore Dupont di scrivere il resoconto di un viaggio da compiere nelle regioni della Francia, sul genere degli scritti che gli avevano assicurato la fama di buon conoscitore delle arti, della musica e dei costumi d'Italia. Per realizzare l'impresa Stendhal percorre a lungo il paese, raccogliendo impressioni di prima mano, libri, documenti, cronache, racconti orali. Nelle sue pagine sfilano campagne e città, foreste e fiumi, borghi e opere monumentali, ma in questo finto diario attribuito a un commerciante il paesaggio non prende mai il sopravvento. Al centro del quadro sta sempre l'uomo, con la varietà dei suoi casi, dei suoi costumi, delle sue passioni, cosicché questo libro di viaggi che sfugge ad ogni schema diventa presto un mirabile ritratto della Francia di Luigi Filippo. In mano alla fantasia di Stendhal, i «piccoli fatti veri» diventano autentiche novelle, divagazioni e riflessioni rubano spazio all'informazione turistica, e poche pennellate bastano a tracciare il quadro morale di una regione. «Cosí - ha scritto un critico - il nostro viaggiatore in ferramenta va in giro mettendosi a tavola con i buongustai, sostenendo la conversazione su varie idee ed opinioni con gli spiriti liberi di ciascun paese... sostando a lungo davanti ai monumenti pubblici, rileggendo i suoi libri di storia, ammirando le donne carine e i bei paesaggi, deplorando l'assenza della musica».
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