Memorie e giornali di viaggio. 4: Diario
Stendhal cominciò a scrivere un diario a diciott'anni, nel 1801, quando era soldato dell'esercito francese in Lombardia, e lo tenne, sia pure saltuariamente, sino a trentacinque. I suoi taccuini dovevano diventare il suo specchio segreto, un prezioso serbatoio di spunti per i libri maggiori, ma anche un'opera compiuta in sé, viva e trascinante. Motivo dominante è quello dell'autoritratto: troviamo dapprima un giovane inquieto e sognatore, poi un uomo di cultura impegnato quotidianamente nella caccia alla felicità, infine un uomo maturo che non cessa di interrogarsi. Ma in queste pagine non c'è solo il timido e appassionato Henri Beyle: ecco le note di costume, i quadri d'ambiente, le intuizioni dei caratteri, la passione per il teatro e l'arte, i confronti tra genti e paesi, in un brulicare di figure e figurette, in un concerto di voci e di colori di cui lo scrittore è il primo a divertirsi. Il «Journal» non era ancora stato tradotto in Italia: si tratta dunque di un appuntamento importante con i lettori vecchi e nuovi di Stendhal.
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