Il problema della giustizia
La teoria generale del diritto di Kelsen è fondata sulla neutralità rispetto al valore della giustizia, Kelsen assume una posizione ispirata al relativismo più schietto: egli si propone di descrivere tutti i possibili valori di giustizia, senza però proporne uno come preferibile agli altri. Questa scelta può e deve avvenire nella vita pratica, in cui si deve optare fra diversi valori diversi e agire di conseguenza. Essa non deve invece avvenire nell'attività scientifica, che deve solo descrivere i valori perchè il suo fine è il conoscere, e non l'agire. In questo libro - pubblicato originariamente nel 1960 come appendice alla seconda edizione di La dottrina pura del diritto - Kelsen elenca analiticamente le varie teorie della giustizia, asserendo la relatività del concetto di giustizia e respingendo quindi le teorie che, fondandosi su un diritto naturale, propongono un certo valore di giustizia come superiore agli altri. A questo relativismo nella ricerca scientifica non corrisponde tuttavia l'indifferenza, l'apatia nella vita pratica: infatti sostenere il relativismo nella teoria giuridica significa lottare per la tolleranza, che è il valore su cui si fonda la democrazia. Valore che, nel corso della sua vita, Kelsen propugnò sempre: nella pratica, in un arco di attività che andarono dalla redazione della costituzione austriaca del 1920 sino all'esilio in Svizzera e negli Stati Uniti nel 1933; nella teoria, con numerosi scritti che difesero - per parafrasare un suo celebre titolo - l'essenza e il valore della democrazia.
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