Gatti neri e specchi rotti. Perché siamo superstiziosi
Gatti neri, specchi rotti, giorni sfortunati, numeri fortunati, amuleti infallibili, talismani indispensabili, riti scaramantici. Sono pochi esempi di quello sterminato catalogo di superstizioni cui sin dalla notte dei tempi ricorriamo contro i rischi del vivere e le incognite dell’esistenza. Perché, nonostante i progressi della conoscenza, dell’alfabetizzazione, della tecnologia, l’immaginario scaramantico non conosce declino, anzi continua a moltiplicare i propri segni. Perché evidentemente non sono un residuo prelogico del pensiero ma un bisogno di spiegazione supplementare, l’illusione di controllare l’incontrollabile.
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