La lingua che resta. Il tempo, la storia, il linguaggio
È in questa prospettiva che il libro indaga di volta in volta l'importanza decisiva della cronologia, che non è una convenzione neutrale, ma il varco attraverso il quale la teologia è penetrata nella storia; il nesso fra storia ed escatologia nella dottrina dell'Anticristo e la vertiginosa abbreviazione in cui i morenti vedono sfilare davanti ai loro occhi tutta la loro vita; il mundus che nelle città romane nominava l'apertura che metteva in comunicazione il passato e il presente, il mondo dei vivi e quello dei morti e la differenza fra Chronos, il tempo che divora i suoi figli, e Kairos, l'istante dell'occasione afferrata una volta per tutte. E se, nelle parole di Hannah Arendt, quando tutto sembra aver perduto il suo senso, quello che alla fine resta e portiamo con noi è la lingua, che cos'è una lingua come resto?
Immediatamente disponibile nei seguenti formati:
Codice |
Condizioni |
Prezzo |
|
pbe 833 |
Nuovo |
18,50 |
Acquista
|