Tanto poco
Amare e restare nell’ombra: proteggere e custodire senza mai esporsi, senza avere l’impulso di rivelarsi, di dire eccomi, guardami, sono qui. È quello che capita alla bidella di una scuola dove insegna un ragazzo coi riccioli neri, intemperante, ribelle, pieno di sogni. Quarant’anni passati a difenderlo dai pericoli, dalle cattiverie, dal mondo. In silenzio, di nascosto: perché per avere un attimo di felicità bisogna saper perdere tutto. «Le stagioni passano, le foglie crescono, cadono e ricrescono e tutto cambia. Ma io sono stata sempre qui, ferma, radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura». L’amore da lontano, l’amore che non si sporca con la vita, l’amore puro, assoluto, incrollabile: il nuovo romanzo di Marco Lodoli racconta la passione silenziosa e implacabile di una bidella per un professore che non si accorge di nulla, troppo preso dalle sue ambizioni artistiche, dall’illusione di essere diverso dagli altri, dalle sue piccole vanità. Matteo è un insegnante, ma anche uno scrittore: prometteva bene, poi però si è smarrito. E lei non ha mai cessato di amarlo, ma a che prezzo? Per difendere quella rosa bianca dal fango della vita ha dovuto essere inflessibile, feroce, spietata. Rinunciare a tutto. Marco Lodoli ci porta al centro di un sentimento travolgente che è rincorsa e fuga, smania e tensione verticale, sogno che niente e nessuno deve interrompere: una finzione folle, e proprio per questo più forte di ogni realtà. Proposto da Elena Stancanelli al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione: «Tanto poco, l’ultimo romanzo di Marco Lodoli, svela fin dal titolo la sua natura. È un avverbio, un ossimoro, un punto di osservazione che può essere ribaltato. Come la donna in copertina. È una storia che scivola velocissima fino alla fine con la grazia e la spudoratezza che Lodoli ha reso, negli anni, sempre più leggere, esatte, una lingua che pare sognata. In questo romanzo – una peculiare forma di autofiction allo specchio – qualcuno guarda qualcun altro, lo osserva con tenerezza e passione, lo accompagna col suo sguardo lungo una vita intera. Inutile cercare di sapere se l’osservato sia davvero il professore, Matteo, che è anche uno scrittore “che prometteva bene e poi si è smarrito”. Oppure se, come sembrerebbe, la bidella, che racconta la storia in prima persona. “Tanto poco“, come tutti i romanzi di Lodoli, somiglia soprattutto a una fiaba: si legge di un fiato e rimane per sempre. Qual è la strada verso la felicità, qual è la vita che dovremmo vivere, che cosa significa davvero farcela o non farcela? Ma soprattutto: possibile che l’amore non basti?»
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