Immunità comune. Biopolitica all'epoca della pandemia
Per la prima volta nella storia, quando l'intera comunità mondiale richiede di essere salvaguardata, l'immunità sembra perdere i suoi connotati costrittivi e richiedere una nuova interpretazione, insieme biologica e politica.Che negli anni della pandemia l'immunizzazione sia diventata il baricentro dell'intera esperienza contemporanea è ormai sotto gli occhi di tutti. Dalla medicalizzazione della politica al disciplinamento degli individui, dal confinamento sociale al controllo della popolazione, le società contemporanee sembrano preda di una vera sindrome immunitaria. Per comprendere gli effetti ambivalenti di questo fenomeno bisogna risalire alla sua genesi moderna, allorché i linguaggi del diritto, della politica e della medicina cominciano a saldarsi nell'orizzonte biopolitico in cui da tempo viviamo. La stessa democrazia ne risulta profondamente modificata nelle sue procedure e nei suoi presupposti. Questo processo, preconizzato venti anni orsono da Roberto Esposito in Immunitas , è oggi al centro del dibattito filosofico internazionale. Le tensioni drammatiche che sperimentiamo in questi anni tra sicurezza e libertà, norma ed eccezione, potere ed esistenza, rimandano tutte al rapporto complesso tra comunità e immunità, che questo libro ricostruisce nei suoi snodi decisivi. A venire illuminate da uno sguardo rigoroso e originale sono le dinamiche sociali, politiche, antropologiche del nostro tempo. Ma anche ciò che si affaccia ai suoi confini esterni.