Fídeg
Perso in un autolavaggio il dattiloscritto del suo romanzo storico di millecinquecento pagine sugli eroi da Garibaldi ai nostri giorni, Bisi, articolista freelance e aspirante autore frustrato, decide di riscrivere quel suo piccolo capolavoro, con l'intenzione di ridurne il numero di pagine. Tuttavia, una volta al lavoro, anziché occuparsi di eroi, decide di raccontare la figura dell'antieroe, piú novecentesca e domestica, dietro cui si nascondono le disillusioni e il senso di invisibilità dell'intellettuale incompreso. Di chi cova il sospetto di trovarsi dalla parte sbagliata, come l'ambizioso manoscritto su Garibaldi dimenticato nel baule della Punto Van e probabilmente finito al macero. Corrosivo e divertente, Fídeg mette in burla vari aspetti della società contemporanea, in particolare i riti del mondo editoriale, immaginato come un articolato schema idraulico, completo di wc e omini serafici in cima ai tubi, intenti a produrre letteratura.