Amare tutto
Un ritratto inquieto e sensuale della vita borghese. Un romanzo sull’ambiguità insanabile delle scelte famigliari: al tempo stesso sentieri senza uscita e fortezze da difendere. La realtà ci raggiunge sempre, anche quando ci rifugiamo in posti che sembrano perfetti. Magari all'inizio non la riconosciamo, poi, all'improvviso, la maschera cade«Massimo rimase in piedi a guardare il bosco, sembrava si aspettasse di veder uscire qualcuno. Poi si sedette accanto a Lucia. L’odore di terra era intenso, proveniva da lui e dalla collina umida, lo stesso odore. Lui era la collina». Il mondo immobile di una città di provincia è scosso dall’esplosione dentro una fabbrica chimica, e due donne, le cui esistenze prima si erano solo sfiorate, decidono di scappare con i figli in una villa in collina. L’idea è quella di trascorrere una settimana lontano da tutto, diventare amiche, fare le madri di giorno e scambiarsi confessioni durante la notte, accarezzando il mito fragile della perversione. Ma la presenza di un uomo indecifrabile che fino a quel momento aveva popolato le fantasie di una, o forse di entrambe, scatena fra loro una tensione imprevista, resa piú acuta dall’arrivo dei mariti. Chi è Massimo? Cosa è successo di doloroso nel suo passato? A poco a poco la follia si fa spazio nella mente dei protagonisti, quasi sprigionasse dal bosco che fiancheggia la casa. Mentre i bambini, ormai ai margini dell’attenzione, giocano liberi, stranamente silenziosi, sul confine labile fra leggerezza e tragedia.
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