Belluno. Andantino e grande fuga
Vincitore Premio Dessì 2019 – sezione poesia. Finalista Premio Viareggio-Rèpaci 2019 per la poesia. Dopo sette anni di silenzio, Patrizia Valduga pubblica un nuovo libro di versi: è un poemetto intitolato alla città dove passa le sue vacanze e dove la scorsa estate è scaturito da un improvviso Galgenhumor (l'umorismo di chi sta per essere impiccato, l'allegria dei disperati), consuntivo dei quindici lunghi anni vissuti senza Raboni. «Il libro più atipico di una delle voci più importanti e incisive della letteratura italiana contemporanea» – Giuria del Premio Giuseppe Dessì Nel fluire delle quartine di settenari e di endecasillabi ecco dunque Belluno, la piazza e le montagne che vede dalla finestra, e i nomi dialettali delle montagne formano un primo catalogo, un'orgia fonetica (si percepisce qui l'importanza che ha avuto per la poetessa aver tradotto Carlo Porta) che si fa subito filastrocca o litania; ecco il catalogo impietoso dei suoi fidanzati, che prendono la parola per accusare o per difendersi: «E non parlate tutti quanti insieme. | Mi rompete la metrica, imbecilli. | Ho nella testa qualcosa che mi preme… | e non trovo nessuna rima in illi». Ma «come una voce dentro la sua voce», nella sua assenza Raboni è presente piú che mai, e si sdoppia in Johannes di Dreyer e si risdoppia in Don Giovanni di Da Ponte… Una Valduga cosí in presa diretta non si era mai vista: questi versi dell'umorismo e dello strazio si vanno facendo sotto i nostri occhi, mettono in versi il loro farsi versi, continuano a farsi il verso, si travestono da altri versi, per arrivare con la più grande semplicità e naturalezza a fare un appello per il grande poeta scomparso e a dare l'ultima parola a un saggio su di lui, sigillo di un sodalizio di vita e di poesia che non può non continuare nel tempo.