La notte del Getsemani
Il bacio di Giuda, le lacrime di Pietro, la fuga dei discepoli, sudore e sangue, l'abbandono del padre, l'assoluta solitudine, la preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell'uomo. «La qualità letteraria è notevole, l'aspetto pedagogico come sempre chirurgico, la narrazione attiene al fascino che l'autore emana anche dagli schermi televisivi ogniqualvolta affronti temi di interesse generale, riconducendoli all'alveo accademico con efficacia pressoché assoluta» - Luca Bottura, Robinson Secondo il racconto dei Vangeli, Gesú, dopo l'Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l'orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesú ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell'esperienza straziante del tradimento e dell'abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il piú fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c'è Dio, ma solo l'uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesú: aver trascinato Dio verso l'uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua piú radicale inermità. In primo piano c'è l'esperienza dell'abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell'uomo.
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