Perché scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013
Perché scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013: Roth sceglie conversazioni, appunti di lettura, ricordi, lettere che dialogano incessantemente con la sua narrativa - e ne accolgono qui e là l'incursione. Tra sassolini nella scarpa e chiacchiere con amici d'eccezione, riflessioni lucide e discorsi appassionati, in queste pagine ritorna il Philip Roth di sempre. E come sempre unico | Trentuno libri, di cui ventisette opere di narrativa. Quando Philip Roth si è dedicato alla nonfiction è stato per festeggiare compleanni, accettare premi, rispondere a interviste o provocazioni, reinventare la storia. E offrire il suo sguardo sul mondo e sul presente. La prima parte di Perché scrivere?, con saggi da Leggere me stesso e altri, si apre con lo scenario immaginato di «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» e prosegue con discorsi e interviste sul suo lavoro. Queste pagine spaziano, per genere e temi, da un ipotetico Kafka insegnante del giovane Roth alle riflessioni sulla comunità ebraica, dai bilanci letterari con Joyce Carol Oates alle conversazioni - e relative smentite - sulla natura autobiografica di Portnoy o Zuckerman. La seconda sezione propone una nuova versione di Chiacchiere di bottega, una serie di dialoghi con interlocutori come Appelfeld, Levi e Kundera, e di saggi su Malamud e Bellow. Roth si rivela qui un intervistatore appassionato, attento lettore dell'opera dei suoi colleghi e amici. La terza parte, Spiegazioni, comprende brani inediti di un Roth approdato alla saggezza lucida e ironica della maturità: come Errata corrige, una lettera aperta a Wikipedia in cui segnala gli errori commessi dall'enciclopedia online nelle pagine che lo riguardano e Sugo o salsa, che svela la verità - o una delle sue declinazioni - su alcuni suoi famosi incipit. A completare il volume, due interviste rilasciate dopo aver abbandonato la scrittura: guardando commosso al passato, Roth ricorda con emozione i successi di una carriera letteraria che di fatto coincide con la sua vita.