La brevità della vita. Testo latino a fronte
Seneca si rivolge al dedicatario Paolino cercando di convincerlo a lasciare le sue attività pubbliche e a dedicarsi interamente allo studio della filosofia. Le argomentazioni usate dal filosofo si imperniano sul valore del tempo e la necessità di metterlo a frutto nel modo migliore. Se gli uomini non la sprecassero in sterili occupazioni, se non se la lasciassero scivolare tra le dita, si accorgerebbero che la vita non è affatto breve, come sembra quando ad assorbirla sono invece le preoccupazioni legate agli affari e alla vita pubblica. Di questo trattato - curato dal latinista Carlo Carena - resta impressa non tanto la scala di valori in base alla quale Seneca impartisce le sue istruzioni sul corretto uso della vita, quanto la riflessione sul rapporto che lega l'esistenza al tempo. Si può "esistere" a lungo eppure non avere "vissuto a lungo" e questo perché passato, presente e futuro hanno una consistenza diversa, a seconda di come vengono valorizzati. In un'epoca come la nostra in cui il tempo è un valore ancor più prezioso di quanto non lo fosse per Seneca, questo insegnamento rimane uno dei più attuali e difficili da mettere a frutto.