Mia madre, musicista, è morta di malattia maligna a mezzanotte, tra martedì e mercoledì...
Mentre la malattia divora la madre, il figlio ne descrive impassibilmente le tappe. E lui il vero sicario, l'uomo che considera il fatto di essere stato concepito un crimine a proprio danno. Questo è il suo diario, la sua creatura deforme, la sua vendetta. Romanzo di culto per un'intera generazione di intellettuali, da Raymond Queneau a Michel Foucault, "Mia madre..." è, al tempo stesso, il racconto di una sofferenza e un "autoritratto con follia". La negazione grandiosa e megalomane della cultura americana che sfiora la paranoia, l'odio per il genere umano, il rifiuto della madre, fanno di questo libro una delle opere più strazianti del nichilismo contemporaneo.