Critica e critici
Nella prima parte del volume Cesare Segre continua e rinnova la sua precedente attività nel campo della metodologia letteraria. Il primo capitolo evoca la posizione reciproca di teorie e procedimenti, mentre i capitoli successivi insistono soprattutto sulla linea della narrazione, facendo tesoro della geniale riflessione che va dai Formalisti russi fino a Bachtin. L'ultimo capitolo affronta i problemi della comunicazione tra testo e critico, e la scommessa sulla possibilità di comprendere i prodotti del passato, di dialogare con i nostri precursori anche lontanissimi. Nella sezione centrale l'autore illustra il lavoro di alcuni critici di particolare inventività, talora non addetti alla critica letteraria, ma a quella dell'arte: Spitzer, Auerbach, Schapiro, Brandi, Cases, Starobinski, Lotman e Contini. Una galleria di studiosi che bastano a confutare il mito della morte della critica. Nell'ultima parte qualche esercizio critico: critica pura, microscopica e macroscopica che si esercita intorno al segmento cronologico e ideologico che va dal Furioso dell'Ariosto (1516) al Quijote di Cervantes (1615).