Balthazar

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"Il lettore odierno non si libera dalla sensazione che il 'Quartetto' sia anche un gioco col grande romanzo modernista, e se non la sua (involontaria?) parodia, certo la sua archiviazione. Il 'messaggio' che Durrell inscrive nelle pagine finali di "Clea" - la rinuncia alla hybris intellettualistica del sapere come forma di fagocitazione della realtà - non equivale forse a una presa di distanza, anzi a un vero e proprio congedo da quella che era stata l'eroica e nobile utopia della letteratura modernista: riuscire a dare, malgrado tutto, un ordine e quindi un senso al mondo e alla storia? A Lawrence, che pure ammirava, Pursewarden una volta scrisse che non gli sembrava proprio il caso di costruire un Taj Mahal intorno a una cosa semplice come una bella scopata. Ciò che il lettore si chiede è se l'intero 'Quartetto' non sia per caso una 'deflation' del Taj Mahal costruito dalle archistar della narrativa novecentesca intorno ai Massimi Problemi dell'Arte e della Vita, dell'Io-dello-Scrittore e della Forma-del-Romanzo... 'Deflation' ovvero gioco e pastiche che, nel momento stesso in cui rifanno il verso ai loro modelli, li decostruiscono umoristicamente prima di riporli nel magazzino dei ferrivecchi". (dalla prefazione di Giuseppe Sertoli)
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