Wiera Gran. L'accusata

Wiera Gran. L'accusata

Questa "Marlene Dietrich di Grynberg", come veniva chiamata, dalla bellezza stupefacente e dalla voce calda e suadente, cantò in tutti i caffè e teatri della "Brodway ebrea" del ghetto di Varsavia, dall'aprile 1941 alla primavera del '42. Wiera e il suo accompagnatore su molti di questi palcoscenici, Wladyslaw Szpilman, il "Pianista" del film di Polanski, riusciranno a fuggire e mettersi in salvo: ma lui è passato alla storia, lei no. Perché? Fu proprio Szpilman, col suo silenzio e la sua reticenza, a dare forza alle voci che giravano sull'"affaire Wiera Gran": la cantante fu accusata di essere stata una collaborazionista e di essersi esibita a casa di un ufficiale della Gestapo. Ma cosa successe veramente nel ghetto? E possiamo credere alla controaccusa di Wiera che giurò di aver visto proprio Szpilman vestito da poliziotto al servizio dei nazisti trascinare una donna verso il treno della deportazione? Rispondere a queste domande significa rivivere l'opprimente atmosfera del ghetto occupato e addentrarsi in una vicenda tanto incredibile quanto sconvolgente: una storia vera, terribile e devastante per i suoi protagonisti e, per noi lettori, un apologo universale sulla colpa e la menzogna.
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