Breviario proustiano. Massime e sentenze della 'Recherche'
Leggi il primo capitolo "La ricerca del tempo perduto" è uno dei grandi capolavori del Novecento e, allo stesso tempo, un'opera monumentale che suscita un certo timore reverenziale. Al suo interno si possono rintracciare in grande quantità aforismi, massime, sentenze, riflessioni, giudizi di straordinaria profondità che fanno di Proust uno degli ultimi anelli della grande tradizione dei moralisti francesi che da Montaigne passa a Joubert e arriva al Novecento pieno. Patrizia Valduga ha sviluppato un'idea di Giovanni Raboni e ha estratto dal romanzo "quanto più pensiero possibile, una quantità di pensiero, delle "verità" che sono solo una parte del senso della "Recherche", un ordito spesso contraddetto dalla trama, spesso smentito persino da se stesso". Ha messo insieme un nobile centone che celebra affettuosamente la classica traduzione di Raboni: "il propellente per intraprendere la lettura della "Recherche" che, non per estratti, ma tutta quanta intera, è "uno dei grandi avvenimenti dello spirito umano." (Giovanni Raboni)
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