Affari di cuore
Il tema erotico era, nelle precedenti raccolte di Ruffilli, trattato con irridente ironia, mantenendo l'oggetto d'amore sempre "figurato", assente, immaginato. In questa raccolta, invece, non ci sono idealizzazioni o donne dello schermo: il soggetto ama di un amore carnale il suo oggetto, incontra la sua donna "reale", e l'amore conosce la violenza e la crudeltà, ma anche le pieghe più tenere che resistono nello slancio passionale: "mi chiami, e mi pretendi, con l'urgenza, della tua pelle: vuoi che ti prenda, e, più, che ti violenti". Con versi brevi e pulsanti, da canzonetta settecentesca, Ruffilli si dimostra capace di rendere il discorso dell'amore, "l'eterna guerra di posizione", non solo ancora possibile, ma nuovo.
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