Il terzo giorno
Rachel, la più giovane, è combattuta tra l'affetto per il padre, il senso di colpa (sente di aver tradito le sue aspettative di ebreo ortodosso) e il desiderio di fuggire da lui e dalla sua cultura. Anche la più anziana Elisheva è fuggita da qualcosa, anzi sopravvissuta: al campo di concentramento di Majdanek. A Gerusalemme incontra Daniel, il suo figlioccio, la cui madre era internata insieme a lei. Daniel, un agente del Mossad, consegna a Elisheva una valigia: all'interno c'è un'arma con cui la musicista vuole uccidere l'uomo noto solo come Henker, il boia di Majdanek. Fuggito in Sudamerica, Henker si è costruito una nuova identità e proprio in quei giorni è a Gerusalemme con una comitiva di turisti. In un romanzo in cui ogni personaggio presenta la sua verità, Chochana Boukhobza intreccia due storie che nascostamente si riflettono l'una nell'altra, due storie di ferite mai rimarginate, di promesse fatte ai morti, di vendetta e perdono.
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