I posseduti. Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori
Leggendo "Posseduti" il lettore imparerà a: sopravvivere a un avventuroso (e squinternato) soggiorno a Samarcanda con una borsa di studio per approfondire la conoscenza di una lingua e di una letteratura inesistenti; gestire l'ottuagenaria nipote di Babel' (più facile a dirsi che a farsi); tentare di dimostrare che Tolstoj è stato assassinato davanti a una platea di perplessi tolstojani già sul piede di guerra; scoprire le imprevedibili affinità tra il proprio fidanzato e lo Stavrogin dei "Demoni". "Posseduti" è il racconto di come Elif Batuman, che a tutto pensava tranne che ad intraprendere la carriera accademica, dedicò sette anni della sua vita a un dottorato in letteratura russa a Stanford. Un pò racconto di viaggio, un pò autobiografia e un pò opera di critica letteraria, "Posseduti" è soprattutto un libro comico, estremamente divertente, spiazzante, in grado di gettare una luce del tutto inattesa sullo speciale rapporto che si instaura tra lettore e testo letterario, in particolare quelli della grande tradizione russa. D'altronde si sa, la letteratura russa sembra avere una qualità tutta sua: quella di trasformare chi si accosta ad essa, di "possedere" il proprio lettore.
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