Elisabeth
"Elisabeth" ricostruisce uno dei casi di cronaca più eclatanti degli ultimi anni: ad Amstetten, capoluogo della Bassa Austria, nell'agosto del 1984 Josef Fritzl, un ingegnere elettrotecnico di 49 anni, rapisce la figlia diciottenne Elisabeth e la rinchiude in un bunker antiatomico da lui progettato e costruito nelle fondamenta della propria abitazione. La terrà prigioniera per quasi ventiquattro anni, e avrà da lei sette figli. Paolo Sortine innesta nella spina dorsale di una storia vera e durissima una spirale affabulatoria che diventa fin dalle prime pagine il sistema nervoso della vicenda, il labirintico percorso obbligato attraverso il quale è possibile esplorare ogni aspetto di questo orrore domestico velato di complessi chiaroscuri. Non la semplice cronaca di una prigionia, ma un vortice di parole che inchiodano il lettore a una vicenda dai risvolti così folli da sembrare una fiaba nera, una storia che anche nella realtà è piena di omissioni e di segreti mai svelati. Un libro che prende il lettore per i piedi e lo trascina in quel bunker, che crea un'emozione duratura, che ferisce, e tutto ciò senza mai esprimere un giudizio e attribuire una colpa, senza morbosità, facili moralismi o patetismi.
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