Io cammino in fila indiana
Con queste storie surreali, fantasie apocalittiche, appassionate parabole e distopie futuribili Ascanio Celestini raggruppa e sottolinea i mali e le storture del mondo che ci circonda. C'è il piccolo paese in cui i filosofi iniziano uno sciopero che ai più potrebbe sembrare inessenziale, non fosse che la società inizia a paralizzarsi quando cominciano a mancare alcuni concetti fondamentali. C'è chi cammina in fila indiana ed è contento di considerarsi solo un numero progressivo della fila e non può sopportare che gli si affianchi un tale, di certo un sovversivo, che sostiene di non essere un numero ma semplicemente Mario. C'è la multinazionale del chiodo che pur di conquistare sempre più quote di mercato si sviluppa come un tumore che tutto fagocita fino a disegnare il mondo (fede compresa) a sua immagine e somiglianza. Sottratta al monologare fluviale degli altri suoi libri, la prosa di Celestini si fa qui quintessenziale, e i racconti scavano nel cuore minerale della sua arte affabulatrice. Grazie al guizzo dell'intelligenza, la poesia della scrittura, e all'impegno civile di una fantasia sempre ribelle in questi racconti si ride molto, ma amaramente.
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