Cecenia, anno III
Jonathan Littell era già stato nella repubblica caucasica durante le guerre del '96 e del '99, quando "la vita di un uomo non valeva un copeco", con l'ong "Action contre la faim". Vi è tornato recentemente, soggiornando alcune settimane prima a Mosca poi in Cecenia. La Grozny che ritrova è una città nuova di zecca, come appoggiata sopra quella distrutta da anni di guerra, impegnata a trasmettere un'illusione di normalità, di nazione pacificata. C'è una nuova moschea, copia esatta della Moschea Blu di Istanbul, i bulbi dorati della cattedrale ortodossa brillano fintamente ecumenici, c'è persino un monumento ai giornalisti morti per la libertà di parola, mentre la grande via centrale ora si chiama Prospekt Putin. Ma basta poco all'autore delle Benevole per accorgersi di cosa si nasconde dietto la facciata della ricostruzione: il dittatore onnipotente, ex muftì indipendentista, Ramzan Kadyrov si è insediato nel 2002 per volontà di Putin; le violenze continuano feroci, sono solo più selettive; gli ex ribelli vengono cooptati a partecipare alla dura repressione; la corruzione dilaga; per contrastare l'islam dei combattenti viene promosso un islam detto "tradizionale". I1 suo diventa un reportage lucido e terribile su un inferno solo ufficialmente "pacificato".
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