Racconti e prose brevi
Nonostante i racconti e le prose brevi siano stati uno dei maggiori impegni creativi di Beckett, restano tra le sue cose meno conosciute. Una impopolarità difficile da spiegare, anche perché Beckett scrisse prose brevi durante tutta la sua attività creativa e la loro qualità non è certo inferiore ai romanzi o alle pièce. Per alcuni, ad esempio, il breve testo del 1946 La fine è la migliore introduzione all'opera di Beckett; John Banville ha definito Primo amore "il più perfetto racconto breve mai scritto". Lo stesso Beckett considerava i suoi testi brevi degli "scritti importanti". La sua poetica del resto lo spingeva più verso la contrazione che l'espansione, e la prosa breve diventò presto la forma narrativa prediletta, il distillato di forme più lunghe. Immaginazione morta immaginate (lungo solo 1500 parole) recava nell'edizione inglese la seguente indicazione: "questo brano è stato concepito come un romanzo e, nonostante la sua brevità , rimane un romanzo, un lavoro di finzione nel quale l'autore ha rimosso tutto meno l'essenziale... E probabilmente il romanzo più breve mai pubblicato".
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