A schemi di costellazioni
Attraverso le quartine di endecasillabi della precedente raccolta, Aldo Nove descriveva visioni cosmogoniche, sondava quei pochi barlumi di eterno percepibili da chi eterno non è. Con questo nuovo libro di poesia la dimensione cosmica dell'esistenza, le ferite dell'individuo e la fenomenologia del dolore umano restano uno dei fuochi centrali. Ma ora, perso il baricentro della figura religiosa i segni si moltiplicano, la realtà si sfilaccia e "tutto ha senso indifferentemente/da qualunque punto lo si consideri", gli assi temporali sbalzano furiosi dagli schemi fissi delle costellazioni per discendere fino all'infanzia. Sono versi che aspirano all'assoluto della poesia, a un mondo prima del senso, che scintillano del cortocircuito continuo tra l'umano e l'universale, tra il puro azzurro del ciclo e la durezza minerale della terra. Perché noi siamo questo "azzurro che ci soffoca e ci nasce/da sempre per la spinta naturale/che soffia uguale nell'universale/ripetersi a ogni onda del mare".
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