Pozzanghere

Pozzanghere

La poesia di Filippo Strumia è caratterizzata da una competenza scientifico-materialista che si sposa con una profonda vena panteista e si fa strumento linguistico per indagare in modo paradossale i lati sconosciuti della vita e gli intimi legami tra uomo e natura: "siamo atomi migranti, siamo istanti, frantumati nelle bocche dei giganti". La sua è una poesia ricca di immaginazione creativa, e tende a dissociare l'io poetante fino ad osservarlo con distacco scientifico ("Di chi sono questi tubi verdastri, ondulati come rami sulle mani e i guizzi di pesce dei molluschi sommersi dai nomi avventurosi sartorio sternocleidomastoideo"), per scavare con la forza delle metafore nei contenuti dell'inconscio: "Vorrei conoscere gli operai delle cave quelli che cavano i nostri pensieri e sanno davvero usare la benna quelli che aprono i cunicoli dove non siamo mai stati e nemmeno sapremmo entrare".
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