Mao e la rivoluzione cinese
Meisner inizia il libro descrivendo la formazione intellettuale di Mao, la varietà degli orientamenti politico-ideologici (teorie liberali, anarchismo, nazionalismo, ecc.) che contrassegnano gli anni della giovinezza, fino alla scoperta e all'adesione alle teorie marxiste e leniniste e al tentativo di realizzarne una sintesi con l'idea del ruolo e del potenziale rivoluzionario delle masse contadine, così da creare un ibrido teorico e politico gravido di conseguenze per la storia cinese: la difficile coesistenza tra programma comunista, l'obiettivo di una rivoluzione rurale e il tentativo di coniugare rivoluzione sociale e nazionalismo. L'autore esamina in seguito l'avventura di Mao all'apice della sua potenza, a partire dal 1949: il programma di modernizzazione del paese, gli slanci utopici verso un progetto di perenne trasformazione rivoluzionaria della società cinese e infine l'avvio della rivoluzione culturale, che segna l'inizio della parabola conclusiva del maoismo. Senza tacere delle derive e dei fallimenti tragici dell'avventura maoista, senza occultare gli aspetti tirannici, dispotici e dittatoriali che essa ha comportato, e senza scadere mai nelTaneddottica banale, curando di restare sempre aderente ai dati della realtà storica di un paese enormemente complesso.
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